Che il 2020 fosse stato un annus horribilis dal punto di vista economico (e non solo, ovviamente) chiunque lo sapeva per esperienza diretta. Ma messi in fila l’uno dopo l’altro, i numeri diffusi dall’Istat nei Conti economici nazionali 2018-2020 fanno comunque impressione. Lo scorso anno il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.653.577 milioni di euro, con un calo dell’8,9 rispetto all’aumento comunque risicato fatto segnare nel 2019: +0,4%. Crollati gli investimenti fissi lordi (-9,2%), i consumi finali nazionali (-7,8%), l’export (-14%). Il reddito disponibile delle famiglie è sceso del 2,9% in valore e del 2,6% in termini di potere d’acquisto. Ciò ha determinato un calo enorme dei consumi privati (addirittura dell’11%) e una contestuale crescita della propensione al risparmio, arrivata al 15,6% rispetto all’8% del 2019. In tutto ciò la pressione fiscale complessiva nel 2020 è comunque aumentata, visto che ha toccato il 42,8% contro il 42,4% dell’anno precedente.
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ANGAISA e ASSOTERMICA, dialogo a tutto campo sugli scenari di mercato
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