E’ stata pubblicata la nuova edizione del “Rapporto Cerved PMI”. Le elaborazioni, riferite a un campione di circa 160mila piccole e medie imprese italiane, indicano che i ricavi sono scesi fra il 2019 e 2020 dell’8,8%, con effetti più intensi per le piccole imprese (-9,2% per quelle con 10-50 addetti). È più che raddoppiato il numero di PMI che ha chiuso l’esercizio in perdita, dal 16% del totale nel 2019 al 33% nel 2020. Gli scenari previsionali evidenziano che entro il 2022 le PMI torneranno ai livelli pre-Covid, ma sarà necessario accelerare in modo strutturale il ritmo di crescita, sfruttando il Pnrr e concentrando le risorse sulle imprese a maggiore potenziale di crescita. I principali fattori di rischio sono costituiti dalle dinamiche dei prezzi delle materie prime, in primo luogo quelle energetiche, che hanno avuto una crescita repentina, dovuta alla domanda molto forte causata dalla ripartenza. Questo fenomeno è accompagnato da forti difficoltà nel reperimento di alcuni beni, che ha bloccato alcune produzioni: emblematico è il caso dei chip, che vengono utilizzati in molteplici processi produttivi, nei settori più disparati, e in cui l’offerta attuale non è assolutamente in grado di soddisfare la domanda.
Osservatorio Vendite, il 2024 chiude a -5,48%
Dopo il 2023, anche il 2024 ha chiuso facendo registrare una contrazione dei fatturati rispetto all’anno precedente. Prosegue quindi il fisiologico “riallineamento” del mercato, legato in buona parte al ridimensionamento strutturale dei bonus edilizi e alla...