Dallo scoppio della guerra in Ucraina, le quotazioni della barra d’ottone sono fuori controllo: se il 5 settembre 2018 un chilo di ottone costava 3 euro e 76 centesimi, il 29 gennaio 2021 si era passati a 5,34 euro e oggi siamo arrivati a quota 8,60 euro. Si tratta di una situazione oggettivamente insostenibile, come denunciato da alcune fra le più rappresentative aziende produttrici della rubinetteria nazionale. In un articolo pubblicato sul quotidiano “La Stampa”, si evidenzia il rischio concreto di andare fuori mercato: dopo le problematiche causate dalla pandemia, si era già innescata una spirale di rincari, che i produttori non saranno in grado di continuare ad assorbire. A questo punto, come ha sottolineato Maurizio Bellosta, Vicepresidente AVR per il settore cromato, il timore è che sia in gioco la sopravvivenza stessa di uno dei comparti che trainano l’economia nazionale.
Pompe di calore e costi di installazione, il survey irlandese
Un nuovo sondaggio condotto da Fuels for Ireland e da Alliance for Zero Carbon Heating ha rivelato che il costo per installare una pompa di calore rappresenta un deterrente per il 61% delle famiglie irlandesi. Due terzi degli intervistati non hanno intenzione di...