Una mini-sforbiciata all’Irpef, stavolta guardando al ceto medio, quello escluso finora sia dagli interventi in favore dei redditi bassi (gli 80 euro) sia da quelli che hanno alleggerito il fisco per le imprese. Sarebbe questa una delle idee che il governo sta esplorando per portare avanti il piano per il taglio delle tasse. Certo, le scadenze sono già state più volte indicate, e per ora confermate, e prevedono per il 2017 il taglio dell’Ires – già messo nero su bianco con l’ultima legge di Stabilità – e per il 2018 un intervento invece sulla pressione fiscale sui redditi. Il “tormentone” di un possibile anticipo del taglio dell’Irpef è però già scattato da tempo e, nel frattempo, proseguono studi e simulazioni degli effetti, e soprattutto dei costi, delle diverse ipotesi. Come ha detto il premier Matteo Renzi, l’ideale sarebbe “ridurre le fasce Irpef, che sono cinque”, ma una rimodulazione così radicale avrebbe costi attualmente insostenibili per le casse dello Stato. Visti i margini ridotti di manovra e i 15 miliardi di clausole di salvaguardia sull’IVA da bloccare, si stanno quindi studiando altre possibilità. Come quella di intervenire appunto con una “limatura” di un punto delle attuali aliquote intermedie al 27 e al 38%. Intervento che costerebbe circa 3 miliardi e che potrebbe scattare, se i conti lo permettessero, già dal prossimo anno. Niente comunque è ancora deciso, nemmeno la “filosofia” di fondo da seguire. E qualunque misura verrebbe comunque dettagliata, con le relative coperture, non prima dell’autunno e della legge di Bilancio per il 2017.
Transizione 5.0, pubblicato il decreto attuativo
Sulla Gazzetta Ufficiale serie generale n. 183 del 06.08.24 è stato pubblicato il decreto attuativo che rende da oggi operativo l’iter di accesso ai crediti di imposta del Piano Transizione 5.0, previsto dall’art. 38 del decreto-legge 2 marzo 2024 n. 19. Il decreto 24...