In base all’analisi realizzata per la Banca d’Italia da Francesco Corselli e Valerio Ercolani, iI Superbonus ha comportato una spesa pubblica che nel 2024 ha superato i 150 miliardi di euro. Questa misura ha inciso significativamente sull’indebitamento netto, con un impatto pari all’1% del PIL nel 2021, al 3% nel 2022 e al 4% nel 2023. Ma oltre a pesare sui conti pubblici, questa misura straordinaria avrebbe dato un contributo fondamentale (stimato intorno al 50%) alla crescita dei costi delle costruzioni in Italia, saliti di circa il 20% nell’arco del triennio 2021/2023. L’aumento della domanda generata dal Superbonus ha infatti portato a innescare una spirale inflattiva che ha interessato in maniera trasversale i materiali edili, in particolare legno e metalli. Sorprendentemente, la crescita dei costi di costruzione in Italia è stata comunque inferiore rispetto ad altri Paesi europei, come la Germania. Questo risultato è attribuibile a diversi fattori, tra cui una dinamica salariale stabile nel settore edilizio italiano e modalità di gestione dell’offerta più lineari rispetto a quelle riscontrate nei Paesi del Nord Europa.
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Direttiva Case Green, quanto costerà ristrutturare?
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