In base ai nuovi dati dell’Osservatorio Cerved, diffusi nei giorni scorsi, nei primi tre mesi del 2017 è proseguito il miglioramento delle condizioni economico-finanziarie delle imprese italiane. I dati relativi alle abitudini di pagamento e ai protesti indicano infatti che sono ai minimi sia i tempi di pagamento, sia i protesti delle aziende. È questa, in sintesi, la foto che emerge dall’analisi dell’archivio protesti e dalle informazioni di Payline, il database Cerved che raccoglie le esperienze di pagamento di oltre 3 milioni di imprese italiane. Nei primi tre mesi del 2017 è stato levato almeno un protesto a 9,6 mila società, -15% rispetto allo stesso periodo del 2016 e meno della metà rispetto al picco toccato all’inizio del 2013. Il trend positivo è in parte dovuto al progressivo minore utilizzo di titoli protestabili (in base ai dati di Banca d’Italia, tra 2008 e 2016 si è dimezzato l’utilizzo di assegni), in parte a condizioni finanziarie delle imprese in deciso miglioramento. I dati tratti da Payline indicano che nel primo trimestre 2017 le imprese italiane hanno saldato le proprie fatture in 72,6 giorni. Si tratta di un calo di 2,3 giorni su base annua e di un minimo dall’inizio della serie monitorata, con un accorciamento di oltre una settimana delle attese rispetto al 2012. Si riducono sia le scadenze, a 58,1 giorni, sia i ritardi medi, che si attestano a 14,5 giorni (-1,7 rispetto allo stesso periodo del 2016). Aumenta il numero di aziende puntuali: sale infatti al 47% la quota di imprese che saldano le proprie fatture entro le scadenze (45,8% nel primo trimestre 2016) e, parallelamente, si riduce la percentuale di società in grave ritardo, casi che spesso possono sfociare in mancati pagamenti o veri e propri default (6,6%, -0,2% rispetto al 2016). I miglioramenti osservati nelle abitudini di pagamento e nei protesti riguardano tutte le aree della Penisola, anche se rimane un evidente gap territoriale: nel Mezzogiorno sono state protestate lo 0,6% delle società che operano nell’area, contro percentuali pari allo 0,2% nel Nord Est e allo 0,3% nel Nord Ovest (0,4% in Italia), con un picco dello 0,8% in Calabria. Nonostante i miglioramenti, nel Sud e nelle Isole rimane elevata la quota di aziende in grave ritardo: il 10,4% delle imprese dell’area paga i fornitori con ritardi maggiori di due mesi, contro una percentuale pari al 4,1% nel Nord Est e al 4,6% nel Nord Ovest. Anche dal punto di vista settoriale, i dati evidenziano miglioramenti diffusi. Fa eccezione il settore dell’automotive, che ha visto un allungamento dei tempi di pagamento e dei ritardi (+2,8 giorni), accompagnato da un preoccupante aumento dei protesti (+20%).
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