Lo scorso 14 febbraio, in occasione di un’audizione presso la Commissione Finanze del Senato, il direttore generale dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) Giovanni Sabatini, ha puntualizzato che l’attuale situazione di stallo delle banche, relativa alla possibilità di acquistare i crediti di imposta legati a bonus edilizi e non solo, è destinata a protrarsi fino al 2027, in assenza di correttivi normativi straordinari. Nella memoria che ABI ha presentato alla Commissione Finanze, si legge fra l’altro: “l’attuale situazione di stallo dei crediti di imposta è da ricondurre all’ormai quasi del tutto impegnata capacità fiscale di banche e intermediari finanziari… il problema della saturazione della capienza fiscale si manifesterà in tutta la sua intensità a partire dall’annualità corrente, in quanto le operazioni di acquisto effettuate nel 2021 (anno di effettivo avvio delle acquisizioni) si aggiungono a quelle del 2022, e perdurerà fino al 2026/2027 (ossia l’ultimo dei cinque anni in cui è possibile utilizzare i crediti a più veloce recupero, cioè quelli derivanti dal Superbonus)”. Sabatini ricorda che “secondo le stime dell’ANCE sono diverse migliaia le imprese del settore delle costruzioni che versano in una situazione di crisi di liquidità, a causa della quasi totale sospensione delle operazioni di cessione dei crediti legati ai bonus edilizi. Tali imprese, in assenza di opportuni interventi sul quadro normativo vigente, potrebbero incontrare serie difficoltà nella ripresa dei lavori, con il rischio, nel prossimo futuro, di subire perdite consistenti dei crediti d’imposta di cui sono titolari per l’assenza di capacità fiscale”.
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