Per le imprese del commercio, della ricettività e della ristorazione un aggravamento del conflitto, con l’eventuale interruzione delle forniture di gas dalla Russia, potrebbe comportare una spesa energetica di quasi 30 miliardi di euro nel 2022, oltre il 160% in più rispetto al 2021. La corsa del prezzo del petrolio, e quindi quello del gasolio, rischia di costare all’autotrasporto un incremento della spesa annua pari a 21 miliardi. Sono le stime di Confcommercio, in collaborazione con Nomisma Energia, sugli effetti del conflitto in Ucraina sulle imprese del terziario di mercato. Diventano quindi sempre più urgenti, secondo la Confederazione, “misure strutturali per risolvere i nodi del nostro sistema energetico, a cominciare dalla riduzione della dipendenza dalle forniture estere, dalla revisione della fiscalità energetica e dall’abbattimento degli oneri generali di sistema”. Il prezzo del gas, quello più esposto alla crisi degli ultimi mesi a inizio febbraio era intorno a 80€ per megawattora, per salire a 120€ il giorno dell’inizio del conflitto e toccare, in questi ultimi giorni, punte anche superiori a 170€, livelli incomparabili con i 25€ di un anno fa. Analoghi andamenti si registrano per l’elettricità, i cui prezzi continuano ad oscillare sui valori record già toccati brevemente qualche settimana fa. L’evolversi della crisi russo-ucraina è ancora molto incerta, ed è quindi solo possibile ipotizzare tre diversi scenari di andamento dei prezzi su cui basare le stime dell’impatto per le imprese del commercio, del turismo e della ristorazione in Italia in termini di maggiore, o minore, spesa nel corso del 2022. Primo scenario: nel caso di stabilizzazione dell’attuale situazione, con un prolungarsi della guerra, ma senza interruzione delle esportazioni di gas, la spesa per queste imprese sarebbe pari a 19,9mld €, 8,6 in più rispetto a quanto stimato per il 2021. Questo scenario è basato sulla stabilizzazione dei prezzi e delle tariffe sui valori già raggiunti ad inizio 2022, con i pesanti adeguamenti delle bollette già decisi a fine dicembre 2021. Secondo scenario: nel caso di interruzioni delle esportazioni di gas dalla Russia, o per danni bellici, o per sanzioni economiche, i prezzi sui mercati internazionali avrebbero aumenti molto più marcati con riflessi sulle tariffe del gas e dell’elettricità che salirebbero almeno del 50%. Ciò farebbe schizzare la bolletta energetica delle imprese a 29,9mld €, quasi tre volte il livello del 2021 e 10mld € in più rispetto al già alto esborso stimato per il primo scenario. Terzo scenario: nel caso di auspicabile rientro dello scontro bellico e con un accordo duraturo di cessate il fuoco, i prezzi scenderebbero in maniera significativa, di almeno il 40%, e ciò porterebbe la spesa del settore di nuovo verso valori più normali, non distanti da quelli del 2021, intorno ai 12mld € (8mld € in meno rispetto a quanto stimato per il 2022 in caso rimanessero gli alti prezzi di inizio anno).
Disagio sociale in netto calo ad agosto
Anche ad agosto è calato il disagio sociale misurato dal Misery Index Confcommercio, attestandosi a quota 9,4 rispetto al 10,2 del mese precedente, il livello più basso dall’inizio della serie storica. È l’effetto della riduzione della disoccupazione estesa, scesa al...