Il 5 dicembre l’ISTAT ha pubblicato il nuovo rapporto relativo a “condizioni di vita, reddito e carico fiscale delle famiglie”. Nel 2017 il reddito netto medio delle famiglie (31.393 euro annui) cresce ancora sia in termini nominali (+2,6%) sia come potere d’acquisto (+1,2%). Ma la disuguaglianza non si riduce: il reddito totale delle famiglie più abbienti continua a essere più di sei volte quello delle famiglie più povere. Pur restando molto elevata, nel 2018 la percentuale di popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale si riduce rispetto al 2017 (da 28,9% a 27,3%) per una minore incidenza di situazioni di grave deprivazione materiale. La quota di individui a rischio povertà resta ferma al 20,3%. Nel 2018, il 20,3% (valore stabile rispetto al 2017) delle persone residenti in Italia (circa 12 milioni e 230 mila individui), risulta a rischio di povertà, cioè hanno un reddito netto equivalente nell’anno precedente all’indagine, senza componenti figurative e in natura, inferiore a 10.106 euro (842 euro al mese). L’8,5% (in diminuzione rispetto al 10,1% dell’anno precedente) si trova in condizioni di grave deprivazione materiale, mostra cioè almeno quattro dei nove segnali di deprivazione previsti. L’11,3% (in lieve diminuzione rispetto all’11,8% del 2017) vive in famiglie a bassa intensità di lavoro, ossia in famiglie con componenti tra i 18 e i 59 anni che nell’anno di riferimento del reddito hanno lavorato meno di un quinto del tempo. Complessivamente la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale che include coloro che si trovano in almeno una delle suddette tre condizioni, è pari al 27,3% (in diminuzione rispetto al 28,9% del 2017).
Disagio sociale in netto calo ad agosto
Anche ad agosto è calato il disagio sociale misurato dal Misery Index Confcommercio, attestandosi a quota 9,4 rispetto al 10,2 del mese precedente, il livello più basso dall’inizio della serie storica. È l’effetto della riduzione della disoccupazione estesa, scesa al...