Le perdite derivanti dalle differenze inventariali costano ai retailer più di 49 miliardi di euro all’anno, pari al 2,05% del fatturato annuale del settore retail. La perdita è calcolata come somma del valore delle differenze inventariali (1,44% del fatturato) e delle spese relative alla sicurezza (0,61%). Il rapporto “Retail Security in Europe. Going beyond Shrinkage”, è stato condotto da Crime&tech, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Transcrime, con il supporto di Checkpoint Systems, leader globale nella fornitura di soluzioni from source to shopper per il settore retail. Lo studio, che raccoglie i feedback di retailer di 11 Paesi (Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Russia, Spagna, Svezia e Regno Unito), rivela che, se confrontate con il fatturato totale delle aziende, le perdite totali relative alle differenze inventariali rappresenterebbero il quarto maggior retailer per dimensione in Europa. Tra i settori che presentano i più alti tassi di differenze inventariali, gli alimentari (2,0%) e l’abbigliamento (1,4%). Quelli che registrano i tassi più bassi sono invece elettronica (0,4%), bellezza e cosmesi (0,5%) e articoli sportivi (0,7%). Il valore delle differenze inventariali analizzato comprende furti esterni e interni, ma anche errori amministrativi, uso non conforme, scarti, merci scadute e merci e prodotti freschi danneggiati. Il rapporto ha inoltre evidenziato che oltre il 75% dei retailer effettua controlli d’inventario fino a due volte l’anno. Il 72% utilizza codici a barre e il 7,5% registra a mano gli inventari. Sebbene si sia registrato un aumento notevole nell’adozione delle tecnologie RFID, l’utilizzo è ancora limitato (5,7%) nonostante i comprovati benefici. Le contromisure più adottate includono sistemi di videosorveglianza (utilizzata dall’80% dei rispondenti), tecnologie EAS e sistemi di allarme gestiti da terzi (70%), mentre oltre il 25% dei rispondenti combina sistemi EAS e videosorveglianza per una protezione più efficace.
Permessi di costruire, residenziale in crescita
Istat ha pubblicato il rapporto relativo ai dati dei permessi di costruire, relativi al primo trimestre 2024. Sulla base delle autorizzazioni riguardanti il comparto residenziale, si stima una crescita congiunturale sia del numero di abitazioni (+4,3%) sia della...