Secondo le più recenti proiezioni dell’Ocse, contenute nel rapporto “Working Better with Age”, entro il 2050 in Italia ci saranno più pensionati che lavoratori. Sulla base degli attuali schemi pensionistici, la percentuale di over 50 inattivi o pensionati che dovranno essere sostenuti dai lavoratori potrebbe aumentare di circa il 40%, arrivando nell’area Ocse a 58 su 100. In Italia il rischio concreto è che il rapporto sia “uno a uno” o addirittura che ci siano più over 50 fuori dal mondo del lavoro che lavoratori. L’Ocse invita i governi a promuovere “maggiori e migliori opportunità di lavoro in età avanzata per proteggere gli standard di vita e la sostenibilità delle finanze pubbliche”. La relazione sottolinea che sono stati compiuti molti progressi per incoraggiare i lavoratori più anziani a continuare a lavorare fino a 65 anni. Tuttavia in quasi tutti i Paesi Ocse, l’età effettiva in cui gli anziani escono dal mercato del lavoro è ancora più bassa oggi rispetto a 30 anni fa, nonostante le maggiori aspettative di vita. La causa è riconducibile soprattutto agli scarsi incentivi a continuare a lavorare in età avanzata e alla riluttanza dei datori di lavoro ad assumere e trattenere lavoratori più anziani.
Disagio sociale in netto calo ad agosto
Anche ad agosto è calato il disagio sociale misurato dal Misery Index Confcommercio, attestandosi a quota 9,4 rispetto al 10,2 del mese precedente, il livello più basso dall’inizio della serie storica. È l’effetto della riduzione della disoccupazione estesa, scesa al...