Indicatore Consumi Confcommercio, ottobre in calo

16/11/2017Mercato

L’ indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato ad ottobre 2017 un calo del -0,2% rispetto a settembre e un aumento del +0,4% su base annua. In termini di media mobile a tre mesi, l’indicatore conferma la tendenza alla stabilità, a segnalare come le famiglie, nonostante i progressi rilevati da molti indicatori quali-quantitativi, stentino ad assumere comportamenti di consumo meno prudenti. L’assenza di slancio di questa variabile, che si mantiene su livelli decisamente inferiori ai valori pre-crisi, unitamente al permanere di una vasta area del disagio sociale – il MIC si è attestato a settembre al 18,5 in modesta risalita sul mese precedente – rappresenta uno degli elementi di criticità nel valutare la ripresa in atto e le sue prospettive.
Ad attenuare, parzialmente, le preoccupazioni vi è il progresso registrato ad ottobre, per il quinto mese consecutivo, dalla fiducia delle famiglie. Il permanere di questa situazione potrebbe, infatti, portare nei prossimi mesi ad un’evoluzione più dinamica dei consumi. Segnali positivi emergono anche dal versante delle imprese. Ad ottobre si è evidenziata un’ulteriore crescita della fiducia grazie alle aspettative positive manifestate da parte degli operatori del manifatturiero, del commercio e dei servizi; solo gli imprenditori delle costruzioni hanno segnalato attese negative. Per quanto concerne il manifatturiero, al miglioramento del sentiment si è associata un’evoluzione positiva della produzione che, stando alle stime elaborate da Confindustria, è migliorata anche ad ottobre (+0,4% sul mese precedente). Le valutazioni positive sugli ordini dovrebbero produrre un rafforzamento di questa tendenza nei mesi finali del 2017. I progressi registrati sul versante produttivo, pur continuando a determinare effetti positivi sui livelli occupazionali – a settembre gli occupati sono risultati sostanzialmente stabili (+2mila unità) in termini congiunturali e aumentati di 326mila unità su base annua – non sembrano avere effetti rilevanti sul versante delle persone in cerca di occupazione. La riduzione registrata a settembre sia in termini congiunturali (-5mila unità), che tendenziali (-155mila unità) non ha di fatto modificato una situazione che vede, da ormai due anni, il numero di persone in cerca di occupazione attestato su valori prossimi ai 3 milioni.

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