Nei giorni scorsi CRIF Ratings ha presentato i dati del nuovo “Economic and Credit Outlook 2017-18”, in base al quale è dato in miglioramento l’indice di rischiosità delle imprese non finanziarie italiane. A dicembre 2016 il tasso di default si è attestato al 4,3%, in lieve calo rispetto al 4,4% di settembre 2016; calo molto più evidente se raffrontato al dato di dicembre 2015 (5,3%). Il nuovo rapporto analizza sia i ritardi sui pagamenti e sui rimborsi bancari sia le procedure di insolvenza pregiudizievoli delle imprese non finanziarie italiane suddivise in 12 raggruppamenti settoriali (Agricoltura; Alimentare, Bevande e Tabacco; Chimica e Farmaceutica; Commercio; Costruzioni, Infrastrutture e Immobiliare; ICT, Media e TLC; Manifattura Leggera; Manifattura Pesante, Mining – Oli & Gas, Servizi, Trasporti e Logistica, Utilities ed Energia). Le Costruzioni si confermano il settore con il tasso di default più elevato (5,6%); altri comparti che registrano una rischiosità finanziaria maggiore della media delle imprese italiane non finanziarie (4,3%) sono l’Agricoltura (4,7%) e il Commercio (4,5%). I settori che al contrario si distinguono per i tassi di default più bassi sono Chimica e Farmaceutica (2,0%) e Utilities e Energia (2,4%). L’Outlook per il biennio 2017-2018 è Stabile. CRIF Ratings ritiene che nel medio termine il tasso di default si assesterà intorno al 4%.
Pompe di calore e costi di installazione, il survey irlandese
Un nuovo sondaggio condotto da Fuels for Ireland e da Alliance for Zero Carbon Heating ha rivelato che il costo per installare una pompa di calore rappresenta un deterrente per il 61% delle famiglie irlandesi. Due terzi degli intervistati non hanno intenzione di...