Rapporto Istat, Italia verso una crisi demografica e occupazionale

13/07/2023Società

Fanno riflettere i dati che Istat – nel nuovo Rapporto 2023 – dedica ai temi legati al “Cambiamento nel mercato del lavoro e investimenti in capitale umano”. Le proiezioni relative al progressivo invecchiamento della popolazione sono più che significative: tra il 2021 e il 2050 in Italia si stima una riduzione della popolazione residente pari a quasi 5 milioni, fino a poco più di 54 milioni. Continuerà il processo di invecchiamento (nel 2023 l’età mediana, 48,3 anni, è la più elevata tra i Paesi Ue27) e la struttura per età della popolazione cambierà in gran parte già nel periodo 2021-2041, quando la fascia di età fino ai 24 anni si ridurrà di circa 2,5 milioni (-18,5 per cento) e quella tra i 25 e i 64 anni di 5,3 milioni (-16,7 per cento). Al contrario crescerà di quasi un milione la popolazione tra i 65 e 69 anni (+27,8 per cento) e di 3,8 milioni (+36,2 per cento) quella di 70 anni e più. Con riferimento alla popolazione in età di lavoro, e considerando la tendenza all’innalzamento dell’età pensionabile, per la classe 25-69 anni la riduzione sarà pari al 12,3 per cento. Nel 2022 i giovani italiani (fascia di età dai 18 ai 34 anni) erano 10 milioni e 273 mila. Nel 2022 quasi un giovane su due (47,7 per cento dei 18-34enni) mostrava almeno un segnale di deprivazione in uno dei domini chiave del benessere (Istruzione e Lavoro, Coesione sociale, Salute, Benessere soggettivo, Territorio). Di questi giovani oltre 1,6 milioni (pari al 15,5 per cento dei 18-34enni), sono multi-deprivati ovvero mostrano segnali di deprivazione in almeno 2 domini. I livelli di deprivazione e multi-deprivazione sono sistematicamente più alti nella fascia di età 25-34 anni, che risulta la più vulnerabile. In Italia il meccanismo di trasmissione intergenerazionale della povertà (“trappola della povertà”) è più intenso che nella maggior parte dei paesi dell’Unione europea: quasi un terzo degli adulti (25-49 anni) a rischio di povertà proviene da famiglie che, quando erano ragazzi di 14 anni, versavano in una cattiva condizione finanziaria.

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