Nei primi sette mesi dell’anno i bonus fiscali del 50% e del 65% hanno fatto registrare numeri senza precedenti, con un +24% rispetto all’analogo periodo del 2015. I dati piĆ¹ recenti diffusi dal CRESME evidenziano che il Fisco ha operato ritenute pari a 1.060 milioni, che corrispondono ad un investimento agevolato di 16.165 milioni; la proiezione sull’intero 2016, effettuata dall’istituto di ricerca, stima un livello complessivo di investimenti (IVA compresa) legati alle detrazioni pari a 29,2 miliardi, con 1,7 milioni di domande complessive (1,39 milioni per ristrutturazioni edilizie e 328mila per il risparmio energetico). Nella relazione che CRESME ha realizzato per la Commissione Ambiente della Camera, si sottolinea fra l’altro che nel periodo 1998-2016 il costo per lo Stato, dovuto ai minori introiti conseguenti agli incentivi, ipotizzando che gli aventi diritto beneficino interamente degli incentivi nel corso del tempo, ammonta a 108,7 miliardi di euro (5,7 miliardi di euro l’anno), mentre il gettito fiscale e contributivo sarebbe pari a 89,8 miliardi di euro 4,7 miliardi/anno). Pur in presenza di un saldo totale negativo per 18,9 miliardi di euro (pari a poco meno di 1 miliardo di euro medi annui), il dato eclatante ĆØ che, grazie agli incentivi, sarebbero stati attivati complessivamente 237 miliardi di euro di lavori, pari a 12,5 miliardi di euro di lavori l’anno. Qualora le previsioni del CRESME dovessero essere confermate, quello del 2016 sarebbe il record assoluto per gli investimenti legati alle detrazioni fiscali nell’edilizia, dopo i 27,9 miliardi del 2013, i 28,4 miliardi del 2014 e i 25,1 miliardi del 2015.
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